Dal maestro Hayao Miyazaki, nel 2009 arriva in Italia Ponyo sulla scogliera, un film prodotto dallo Studio Ghibli che mette in scena una storia di amore e amicizia tra una pesciolina ed un umano.

“Vado da Sosuke!”

Mentre lo stregone del mare Fujimoto, si occupa dell’equilibrio magico del mare, la pesciolina dal viso umano che è con lui si allontana nascondendosi sotto una medusa. Arrivata in superficie viene sbattuta dalle onde in un barattolo finchè un bambino che è sugli scogli non la salva. Sosuke rompe il barattolo ma per sbaglio si taglia e la pesciolina gli lecca la ferita. Da quell’istante il bambino le da il nome di Ponyo e lei inizia a parlare. Sosuke la porta con se all’asilo e nel tragitto condividono insieme un panino al prosciutto. Nonostante il bambino sia tanto contento della sua amica pesciolina, Fujimoto riesce a riportarla con se nel mare.

Ponyo, innamoratasi del suo nuovo amico, ormai non vuole più saperne di starsene a casa e vuole andare da Sosuke a tutti i costi. Nonostante Fujimoto tenti di contenere il potere magico della pesciolina, lei di nascosto riesce ad uscire dalla sua bolla-acquario. Nel farlo inonda tutta la stanza in cui è contenuto il potere magico del mare e scombina l’equilibrio magico. Giunta in superficie trova Sosuke ed assume l’aspetto di una bambina dai capelli rossi. Questo suo gesto, però, provoca uno tsunami che sommerge tutto il mondo e c’è solo un modo per ristabilire l’equilibrio magico: il cuore di Sosuke nei suoi confronti deve essere sincero.

Il potere del mare

Ponyo: è una pesciolina dal volto umano che si innamora di un bambino terrestre. Ha un grande potere magico ed ingerendo il sangue di Sosuke riesce a prendere l’aspetto umano. Quando si innamora del bambino decide di non voler più stare nel mare ma per far ciò sconvolge l’equilibrio magico.

Sosuke: bambino che va all’asilo e vive da solo con sua madre Risa. Nonostante abbia solo cinque anni si preoccupa tanto per la mamma. Giocando sugli scogli salva una pesciolina incastrata in un barattolo e le da il nome di Ponyo. Quando lei diventa umana Sosuke capisce subito che era la pesciolina che ha salvato e le insegna tutto quello che serve per essere umana.

Risa: mamma di Sosuke, lavora in una casa per anziani nel paese. Vive in cima alla scogliera e si occupa di tutto poichè suo marito Koichi è un marinaio. Quando Sosuke incontra Ponyo che si è trasformata, Risa l’accoglie in casa come se fosse figlia sua. Nel momento in cui l’equilibrio magico si scombina è lei a parlare con la mamma di Ponyo e riconoscerla come Gran Mammare, ossia la Madre del Mare.

Fujimoto: stregone padre di Ponyo. Accumula il potere magico in una stanza aspettando di poter ribaltare il mondo ridando al mare il suo potere primordiale. Quando scopre che Ponyo vuole andare sulla terra cerca in tutti i modi di riportarla da se. Scappata Ponyo e con lei sconvolto l’equilibrio magico, convoca anche Gran Mammare, sua moglie, nella speranza di poter risistemare le sorti del mondo.

Curve ovunque

Lo Studio Ghibli tende a mantenere nel suo stile delle linee sempre morbide e semplici e questo film è l’apoteosi delle curve. Probabilmente si vuole mantenere più possibile l’attinenza con il mondo del mare e le sue onde, ma Ponyo sulla scogliera è senza dubbio l’animazione con meno tratti dritti prodotto fino ad ora. Le linee sono sinuose, nette per gli elementi che subiscono movimento e meno definite per gli elementi di riempimento scenografico. I colori passano dalle tinte scure utilizzate per le ambientazioni notturne a quelle accese del giorno.

Spiccano senza dubbio i colori del personaggio principale Ponyo che mantiene il suo accesissimo rosso in quasi tutte le inquadrature. Gli sfondi sono realizzati come se fossero dei dipinti e non c’è una grande presenza di ombre, cosa che rende l’animazione più intuitiva. I personaggi sono realizzati senza eccessi di dettagli, mentre sono molto fiabeschi e coinvolgenti gli effetti di luce del mare traboccante di potere magico.

Ritornare schiuma del mare

Ponyo sulla scogliera è una modernissima versione della fiaba della Sirenetta. Anche se dalla versione Disney c’è un forte distacco stilistico, la storia di base è la stessa. Anche qui c’è una storia d’amore tra un’abitante del mare ed un umano, una prova da superare ed il rischio di tornare schiuma del mare se l’umano non accetta la bambina proveniente dal mare. Anche nei colori Miyazaki si è tenuto vicino alla traccia della Disney, infatti sia i capelli di Ponyo che quelli di Ariel sono rossi.

Stilisticamente questo film non ha eguali ma ci sono alcuni dettagli che andrebbero rivisti per quanto riguarda il doppiaggio. Come in altri film dello Studio Ghibli, c’è un uso eccessivo del “ne?”, la particella enfatica giapponese, che viene mantenuto anche nel doppiaggio italiano. Questo suono doppiato in “eh” a lungo andare nel film passa dall’essere un suono colloquiale ad un termine fastidioso da sentire nei dialoghi, quindi l’ideale sarebbe fare un piccolo distacco dal doppiaggio originale ed eliminarlo almeno in qualche battuta.

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