Parlare di un’opera maestosa come One Piece, che ancora oggi continua a macinare vendite sia in Giappone che in Italia, è sempre una grossa responsabilità in quanto si cerca di evitare opinioni impopolari per non scatenare l’ira dei fan più accaniti. Netflix, con la collaborazione dell’autore del manga Eiichiro Oda, ha voluto mettersi in gioco producendo il live action di One Piece, che sicuramente cerca di riproporre fedelmente quanto raccontato nel manga ma per certi frangenti cade rovinosamente.

La prima stagione è composta da 8 episodi della durata media di 55 minuti ed è disponibile interamente sulla nota piattaforma di streaming. Chi ha già avuto modo di vedere l’anime o leggere il manga riconoscerà sicuramente alcuni degli avvenimenti più storici della serie anche solo leggendo i titoli delle puntate. Però, possiamo dire che il live action di One Piece è piuttosto godibile anche per chi non conosce l’opera originale ma anzi potrebbe essere uno spunto per recuperare l’intramontabile manga. Fortunatamente, rispetto al discutibile live action di Cowboy Bebop (tra l’altro interrotto alla prima stagione) sembra che Netflix abbia voluto investire di più e curare maggiormente i dettagli, soprattutto grazie all’intervento dell’autore. Ma vediamo insieme cosa funziona e cosa no di questo adattamento.

Un viaggio per trovare il One Piece

Monkey D. Luffy, interpretato dal giovane Iñaki Godoy, è un giovane ragazzo con un unico grande sogno: diventare il re dei pirati e trovare il famigerato One Piece, tesoro lasciato in eredita da Gol D. Roger poco prima della sua esecuzione. Da questo momento ogni singolo pirata dei quattro mari si metterà alla ricerca dell’ambito tesoro, cercando di far fuori ogni aspirante contendente. Luffy, però, è dotato di un potere particolare, acquisito dopo aver mangiato erroneamente un Frutto del Diavolo (il frutto Gom Gom) e che gli permette di allungarsi come la gomma. Durante il viaggio lungo il mare scoprirà, in realtà, che non è il solo ad avere delle abilità fuori dal comune e poteri che gli permettono di combattere con grande forza e agilità.

Per poter far fronte agli innumerevoli pericoli dell’oceano, Luffy decide di radunare con sé una ciurma di combattenti, traghettatori e navigatori, che lo aiuteranno a sconfiggere i diversi nemici che incontrerà e a raggiungere la cosiddetta Rotta Maggiore, una delle aree dell’oceano più pericolose al mondo e che insieme alla Linea rossa suddivide gli oceani in quattro mari: mare settentrionale, mare meridionale, mare occidentale e mare orientale. L’equipaggio è composto da: Luffy, Nami, Zoro, Sanji e Usopp. Luffy è il capitano della nave Cappello di Paglia, Nami è un’abile ladra, Zoro è uno degli spadaccini più forti di sempre, Sanji è un cuoco professionista particolarmente agile nel combattimento corpo a corpo e Usopp è forte negli attacchi a distanza con la sua fidata fionda, oltre che abile nella costruzione di armi esplosive.

Una ciurma eterogenea ma coesa

Nonostante alcune difficoltà iniziali, Luffy riesce comunque a mettere insieme i componenti della ciurma dai caratteri estremamente diversi. Tutti, però, sono accomunati da un unico grande obbiettivo, ossia quello di trovare il One Piece e realizzare i propri sogni. Ognuno di loro ha un valido motivo per unirsi a Luffy e proseguire questo viaggio, chi scappa da un ambiente particolarmente ostile e chi invece vuole fare di tutto per proteggere il suo luogo di origine e trovare finalmente la libertà.

Per quanto la ciurma di Cappello di Paglia sia estremamente eterogenea riguardo i caratteri dei protagonisti, insieme riescono comunque a risultare decisamente coesi l’uno con l’altro, riuscendo man mano a sconfiggere i nemici che si trovano di fronte, come Buggy il clown capace di separare il proprio corpo in più pezzi o Arlong il capitano degli uomini pesce. Ci sarà occasione di scoprire anche tanti altri nemici storici della serie originale, che gli appassionati non faranno fatica a riconoscere.

Eiichiro Oda si è occupato direttamente della scelta del cast, andando a selezionare degli attori che potessero essere in grado di rappresentare al meglio le caratteristiche fisiche e caratteriali di ogni singolo protagonista. Il risultato è abbastanza azzeccato, in quanto gli attori in carne e ossa riescono a cogliere discretamente lo spirito della loro controparte manga, seppur siano nate diverse polemiche relative ai costumi, in particolare sul fatto che sembrano usciti da una gara di cosplay. In parte possiamo confermare che sia vero, ma nella maggioranza dei casi abbiamo comunque assistito a delle scenografie e costumi piuttosto ispirati alla serie, confrontandoli sia con il manga che con l’anime.

Manga vs Live Action

Parlando di un live action ispirato a un manga giapponese, non possiamo che paragonarlo proprio all’opera originale concepita da Eiichiro Oda. Chiaramente il confronto è quasi scontato, in quanto l’opera disegnata resta sempre diverse spanne sopra a qualunque trasposizione televisiva o animata, però dobbiamo ammettere che l’impegno di Netflix nel cercare di riportare su schermo un manga così popolare come One Piece è davvero lodevole. Rispetto a Cowboy Bebop, dove il tentativo non è andato proprio a buon fine anche a causa della cancellazione della serie, One Piece si configura come una serie TV estremamente ricca di riferimenti al manga, seppur in alcuni casi si può notare una chiara reinterpretazione dell’estetica di alcuni personaggi, che per forza di cose non avrebbero potuto assomigliare alla loro controparte disegnata.

In linea generale, però, il cuore del manga si percepisce chiaramente in questo live action, complice anche l’aiuto dell’autore che ha cercato in tutti i modi di rendere la serie a sua immagine e somiglianza, a cominciare dalla scelta del cast fino ad arrivare alla realizzazione delle sceneggiature. Parliamo comunque di due media completamente differenti, dove la fruizione del contenuto passa per degli stilemi e delle regole ben precise e distinte tra loro. Il manga sa suscitare forti emozioni, come il live action ha saputo offrire la sua dose di emotività in particolari scene, andando a scavare a fondo nel passato di ogni personaggi attraverso diversi flashback e nella psicologia di ognuno di loro.

Anime vs Live Action

Altro paragone legittimo da fare, e forse più lecito rispetto al manga, è quello con la serie anime. Qui possiamo senz’altro notare maggiormente le somiglianze e le differenze tra il cast del live action e l’opera animata, notando comunque dei punti in comune tra i due medium seppur la versione live action soffra sempre del problema dell’adattare determinate capigliature eccentriche o abiti piuttosto vistosi e trattandosi di One Piece è praticamente impossibile non individuarli nell’anime. La scelta degli attori sembra comunque rispecchiare abbastanza la versione animata, sia nel modo di fare che nello stile, seppur nell’anime ci sia sempre quella verve ed energia in più nei combattimenti che difficilmente si può replicare in una produzione live action.

Cercare di portare One Piece all’interno di una produzione live action non è stato per nulla semplice, ma Netflix alla fine ha portato a casa 8 puntate che, in un modo o nell’altro, sanno catturare lo spettatore con colpi di scena, combattimenti mai banali e una retrospettiva sui personaggi che ci permette di conoscerli a fondo. L’aspetto che meno ci ha convinto riguarda la CGI, che finora ci è sembrata abbastanza povera e mal realizzata, specialmente quando si osservano le mosse finali di Luffy.

Nonostante One Piece sia l’ennesimo live action che non riesce minimamente a raggiungere il livello narrativo offerto dal manga o dall’anime, siamo di fronte a un prodotto ben più che gradevole e che si lascia guardare senza troppe pretese. L’intervento di Oda è stato senz’altro decisivo nella riuscita di un adattamento quantomeno discutibile e più fedele al manga possibile a livello di storia. La colonna sonora è altrettanto coinvolgente, soprattutto nei combattimenti o nelle scene più drammatiche. Questi primi 8 episodi ricoprono fino al combattimento di Luffy contro Arlong, quindi ci aspettiamo sicuramente la realizzazione di nuove stagioni che possano proseguire il viaggio di Luffy e della sua ciurma, sperando anche in un miglioramento tecnico.

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