Promare è un film d’animazione del 2019 diretto da Hiroyuki Imahishi e prodotto dallo studio Trigger per quanto riguarda il character design mentre Sanzigen si è occupato delle scene in CGI. In questa recensione andremo a raccontare la nostra esperienza di visione e di come questo lungometraggio rappresenti ancora una volta la qualità artistica di Trigger e l’ineccepibile capacità di raccontare una storia attraverso uno stile inconfondibile.

Un mondo avvolto da fiamme umane

La storia di Promare è ambientata nella citta di Promepolis, governata da Kray Foresight, dove svariati abitanti soffrono del fenomeno del Burnish con l’abilità di autocombustione, generando una potente energia in grado di distruggere qualsiasi cosa o persona nelle proprie vicinanze. A difesa della città arriva quindi la Burning Rescue, una squadra di pompieri capitanata da Galo Thymos che si occupa proprio di proteggere e salvare tutti gli umani colpiti dal Burnish. Tali persone all’apparenza possono sembrare perfettamente normali ma non appena la loro rabbia diventa incontrollata viene fuori il vero potere del Burnish, capace anche di logorare la vittima dall’interno.

Oltre a essere una chiara minaccia per la popolazione, il fenomeno del Burnish sfrutta delle particolari particelle aliene chiamate Promare (da cui il titolo all’opera), dotate di una propria coscienza e che prendono letteralmente il controllo del corpo in cui si trovano, provocando grossi incendi, terremoti e altre catastrofi naturali. Purtroppo questa abilità fa particolarmente gola ai membri dei piani alti della città, che intendono sfruttarla per alimentare il Prometech, dispositivo tenuto in vita da numerosi esseri Burnish e capace di generare una frattura dimensionale. L’obiettivo è quindi fuggire dalla città e dall’intero pianeta ormai devastato dagli incendi, portando con sé solo una piccolissima fetta di popolazione.

A fermare le intenzioni di Kray Foresight e la sua equipe ci penserà proprio la Burning Rescue, che sfrutterà tutte le sue tecnologie avanguardistiche e le proprie capacità di combattimento per cercare di porre fine alla sofferenza dell’umanità, non senza l’aiuto di Lio Fotia, leader dei Mad Burnish, una squadra di terroristi autrice di svariati incendi in Promepolis che però diventa alleata del nostro protagonista per via di un nemico comune. Tra i due nascerà un profondo rapporto che metterà in discussione tutte le opinioni e le dicerie avute fino a quel momento in merito ai portatori di Burnish.

E’ con questo incipit che ha inizio la trama di Promare, fatta di combattimenti all’ultimo sangue, rapporti di amore-odio e una narrazione assai piacevole da guardare. Chi conosce Fire Force avrà certamente notato una similitudine chiave a livello di storia in Promare, quella relativa al fenomeno del Burnish che ricorda molto da vicino l’autocombustione, seppur in questo film l’effetto sia ancora più devastante e distruttivo. Tralasciando questo, però, in Promare non si analizzano solamente le conseguenze derivanti da questi individui affetti dal Burnish ma anche tutte le implicazioni a livello politico, sociale ed economico che ne conseguono, portando a decisioni non sempre ponderate.

Un’escalation di colori ed effetti speciali che creano un quadro visivo appagante

Quando si parla dello studio Trigger come studio di produzione di un’opera animata non possiamo che aspettarci una qualità visiva d’impatto e artisticamente eccentrica. Nonostante siamo abituato a leggere questo nome affiancato a opere maggiormente seriali, Promare non fa alcuna eccezione a questa regola, mostrando tutto lo stile colorato e il character design ispirato che contraddistinguono Trigger, individuando anche parecchie similitudini tecniche con altre opere come Kill la Kill o Gurren Lagann. Ad affiancare Trigger troviamo Sanzigen, che si è occupato della realizzazione degli sfondi e delle città sfruttando la CGI, offrendo una prospettiva artistica decisamente diversa, con colori molto netti e immagini molto piatte senza alcun contorno, quasi a voler unire ogni singolo elemento in un unica grande scena.

La contrapposizione tra i tratti netti e contornati di Trigger e i disegni monocromatici appena accennati in 3D di Sanzigen crea un binomio vivamente interessante, unendo sagacemente due tecniche di animazione agli antipodi con un risultato abbastanza piacevole alla vista seppur sia chiaro il distacco tra animazione 2D e 3D. Non è chiaramente la prima volta che nell’animazione si sceglie di realizzare alcuni elementi utilizzando la CGI e altri applicando la tecnica tradizionale, con risultati spesso mediocri. In questo caso, però, l’effetto finale è sorprendentemente ben realizzato, dovuto anche al fatto che stiamo parlando di due studi molto noti per il loro stile unico e inconfondibile.

Promare è un’esperienza visiva completamente immersiva, capace di catapultare gli spettatori all’interno di una storia ricca di colori, follia e azione. Caotico, esplosivo e appagante: questi sono i tre aggettivi con cui potremmo descrivere perfettamente Promare, un’opera capace di togliere qualsiasi limite alla mente del regista Imahishi, che qui ha dato completamente sfogo alle sue idee portando sul grande schermo una storia drammatica ma condita da quell’elemento d’azione che condisce sapientemente il tutto.

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